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Enrico Toti (Roma, 20 agosto 1882 – Monfalcone, 6 agosto 1916) fu un patriota italia
no che combatté nelle file dei Bersaglieri durante la Prima guerra mondiale da soldato irregolare, poiché non arruolabi
le in quanto privo di una gamba, persa durante la sua attività di meccanico ferroviere; nonostante la menomazione partecipò a varie azioni militari, in una delle quali trovò la morte a 33 anni. Durante la sesta battaglia dell'Isonzo (agosto 1916), che si risolse nella conquista di Gorizia, rimasto in una trincea sguarnita nei dintorni di Monfalcone, continuò a combattere nonostante colpito dai proiettili austriaci e morì incitando i suoi compagni all'assalto. Il suo gesto fu immortalato nella stampa dell'epoca (leggendaria divenne la copertina della Domenica del Corriere illustrata da Achille Beltrame che mostrava Toti in piedi tra le sue truppe nell'atto di scagliare la propria stampella verso le truppe austriache prima di morire[2]) e assurse a simbolo dell'eroismo e del senso di abnegazione del militare italiano.
Il re Vittorio Emanuele III gli conferì la medaglia d'oro al valor militare; oltre a una varia toponomastica, gli furono intitolate scuole, monumenti, una legione ferroviaria durante il fascismo nonché due mezzi sottomarini, uno della Regia Marina e l'altro della Marina Militare. A Roma, sua città natale, Toti è omaggiato in duemonumenti: uno, al Pincio, nel parco di Villa Borghese, espressamente a lui dedicato e un altro, a Porta Pia, dedicato ai Bersaglieri e nel cui basamento Toti è raffigurato.